Organismi invisibili che vivono al margine tra vita e morte, i parassiti abitano corpi che non sono i loro, nutrendosene lentamente. Il loro è un equilibrio perverso: sopravvivono distruggendo, ma senza mai annientare del tutto. L’ospite deve restare vivo, almeno abbastanza a lungo da consentire la proliferazione del nemico. In questo sistema paradossale, il corpo si trasforma in teatro di una convivenza forzata, in cui la presenza estranea agisce silenziosamente, modificando, consumando, invadendo.
È un legame tossico e inscindibile, dove chi ospita diventa prigione e nutrimento, fino al crollo definitivo.
La ricerca: istituto superiore di sanità


Concept
Il racconto si articola attorno al tema della disintegrazione: un processo lento e inesorabile che si attiva all’interno del corpo ospite, manifestandosi attraverso sintomi via via più intensi.
Mentre il parassita si sviluppa, l’organismo cede progressivamente, fino al collasso fisico e alla perdita delle facoltà mentali. Il libro restituisce visivamente e narrativamente questo deterioramento, dalla prima infiltrazione alla completa devastazione dall’interno.
Il libro è esso stesso protagonista e corpo ospite:
un individuo parlante e narrante che attraversa,
e al contempo testimonia, la propria progressiva degradazione. Il decadimento si manifesta su più livelli — estetico, medico e intellettuale — mentre il parassita prende il controllo.
Piani narrativi
Estetico: La rappresentazione delle immagini subisce trattamenti grafici via via più distruttivi.
Clinico: I referti medici testimoniano uno stato di salute sempre più compromesso.
Narrativo: Il racconto si fa sempre più disperato, fino alla completa resa del protagonista. Sono le parole di Sartre nel suo romanzo filosofico "La Nausea" che vengono prestate al libro protagonista.

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